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"Il Non Respiro!"


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Pace e bene!

La lezione del Taiji del martedì sera sta acquistando di settimana in settimana un non so che di antico: come gli antichi Maestri preparavano i loro allievi per renderli “invisibili” ed impercettibili, così il nostro Maestro ci sta insegnando l’arte del “non respiro”, affinché ogni nostro spostamento, ogni nostro movimento sia silenzioso ed inavvertibile e il primo passo e imparare a rendere il proprio respiro leggerissimo. I Maestri di Taiji quando venivano sfidati preferivano combattere al buio, in quanto avevano una percezione sensibile talmente delicata che riuscivano a vedere l’energia degli avversari. Si spostavano come se fossero delle ombre e quando erano a distanza ravvicinata, facevano sentire il loro respiro tanto che era l’ultima cosa che lo sfidante percepiva prima della sua morte, ecco perché il Taiji veniva chiamato anche il soffio della morte.

Oggi certamente per nostra indole in quanto Monaci non lanciamo e non accettiamo sfide. I tempi sono cambiati, ma l’arte del Taiji appresa come veniva anticamente insegnata, ha dei benefici salutari e risvolti molto positivi sulla crescita interiore di chi la pratica.

Martedì sera dopo aver radicato, abbiamo acuito la nostra percezione impegnandoci nel riconoscere al buio e a occhi chiusi chi ci era seduto di fronte e con risultati soddisfacenti. Poi abbiamo svolto un esercizio molto particolare: il Maestro ci ha fatto camminare molto lentamente zigzagando fra le candele accese. La camminata aveva la funzione di allenare il radicamento in movimento e testare la sua riuscita, che comporta il non far scricchiolare al nostro passaggio il parquet che nonostante sia sotto la copertura di materrassine fa sentire la sua presenza.

L’idea di questa “passeggiata” è nata da un ricordo del nostro Maestro: le candele che erano disposte in sala hanno risvegliato le emozioni legate ad una lezione del suo Maestro, il quale aveva cosparso la sala di lavoro di una miriade di candele accese, fra le quali anche doveva camminare senza toccarle.

“Era meraviglioso e lasciava senza fiato quello spettacolo … peccato … solo una volta ha fatto quella lezione!”

E’ bello quando il nostro Maestro riscalda le lezioni con i ricordi personali riguardanti il suo Maestro: è un tuffo nel passato e si scopre l’origine e i perché di tanti insegnamenti!

Poi ci siamo dedicati alla pratica del Taijiquan: sempre più profondo, sempre più intenso, sempre più emozionante!

Pace e bene!

Maestro Laura

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