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Sempre più Taiji!


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Pace e bene!

Martedì sera la lezione di Taiji ha imboccato una via delicatissima e potentissima.

Non è certo cosa comune imparare ad espandere e radicare la propria energia e ancor meno noti sono gli effetti salutari di tale consapevolezza.

Purtroppo più passano gli anni e più le origini, le tradizioni ed il sapere antico sta svanendo e si sta snaturando. Viene sostituito da surrogati pessimi di mode che danno solo la parvenza di offrire benessere, ma ben presto risultano vuote e prive di fondamento.

La nostra scelta di essere Monaci va contro tutte le correnti, contro tutti i tempi: il nostro ritirarci dalla mondanità del mondo è dovuta alla necessità di ricercare ciò che è realmente genuino per l’anima. A detta di molti è una scelta drastica, molto contestata perché spaventa, ma il nostro essere fuori dal tempo ci concede di scoprire quei passi che l’umanità ha da percorrere per ritornare a respirare e a vivere.

Non è superbia e nemmeno immaginazione: solo nei film di arti marziali o di fantascienza si vedono i protagonisti ricorrere a quest’energia che scaturisce dalle loro mani.

Se ci si pone in ascolto ognuno può percepirne la presenza, ma per imparare a controllarla, dirigerla ed utilizzarla occorre metodo e soprattutto un vero Maestro, che prima di tutto responsabilizzi i suoi allievi.

Il Taiji per noi Monaci è la via più completa, più chiara e limpida per giungere alla consapevolezza delle proprie doti, a partire da quelle fisiche fino a raggiungere quelle energetiche.

Il nostro Maestro ci ha condotto passo dopo passo alla scoperta del vero Taiji: ribadisco che questa non è presunzione, ma la consapevolezza che gli insegnamenti del nostro Maestro sono all’altezza delle parole che sto scrivendo, perché chi pratica il vero Taiji decide d’intraprendere la via della trasformazione, della continua evoluzione interiore che concretamente si manifesta negli atteggiamenti e nei rapporti interpersonali.

Non si finisce mai d’imparare e studiare il Taiji, è come un percorso a livelli sempre più profondi, intensi e appena si raggiunge un certo equilibrio o consapevolezza s’intravede già un obiettivo nuovo, ancora più profondo. Martedì sera il Maestro me l’ha offerto su di un piatto d’argento: “Se riuscite a radicare in movimento inizierete a vivere un’altra vita. Le emozioni saranno fortissime, tanto da arrivare a dire di non aver capito proprio nulla fino adesso.

Tutti possono imparare a radicare, perché non è un dono riservato a pochi. Conseguire la capacità di radicare vuol dire che il Taiji fatto fino adesso non è Taiji e il massimo è radicare mentre si fa Taiji.

Mi sovviene un ricordo: quando eravamo in Polonia al campionato del mondo dove Laura alla sua prima gara internazionale è arrivata seconda con la forma di sciabola di Taiji, un mattino ho praticato il Taiji con un Maestro cinese. Silenzio, nessuna parola, solo il Taiji!

Ma durante l’esecuzione ho sperimentato sulla mia pelle cosa significasse radicare: ho avvertito un’onda che mi è arrivata addosso e mi ha spostato di 3 m senza nemmeno toccarmi e guardando il Maestro cinese ho letto un sorriso di compiacimento appena accennato sul suo viso.

Certamente aveva radicato molto bene per riuscirci.

Radicare dunque, vuol dire che il Taiji praticato fino a questo momento non ha nulla a che vedere con il vero Taiji!”

E’ un’affermazione forte, quasi una provocazione nei miei confronti per chi non lo conosce, visto che per anni ho vinto sui tappeti di gara ovunque. Ma non è certamente così: si tratta invece di un nuovo livello di studio in cui cimentarsi, è come riprendere il cammino daccapo, infatti lo studio parte proprio dalla semplice camminata, proprio come 16 anni fa, solo che l’allieva di allora non c’è più, ma c’è un Monaco in cammino.

Mi sovviene una delle più belle riflessioni del nostro Maestro:

“Ogni meta è l’inizio di un nuovo obiettivo … non fermarti!

Ma prima di partire ricorda

che la vera saggezza raggiunta

con questo traguardo

non ti donerà altro che

l’umiltà per iniziare

il tuo nuovo obiettivo.”

… e con tale consapevolezza mi pongo in ascolto per intraprendere questo nuovo capitolo di studio, che chissà dove mi e ci porterà!

Pace e bene.

Maestro Laura

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